Spettacolo teatrale
Un poema analfabeta è una performance che intreccia narrazione, video, poesia e gesto, per raccontare la storia di Pietro Maria Soddu, nonno dell’artista: mugnaio, analfabeta, carcerato e migrante. Partendo da una foto, poche informazioni e un poema dettato in prigione, la performer ricostruisce una storia familiare frammentata, attraversando l’oceano fino all’Uruguay e arrivando a Marsiglia, tra periferie in rivolta e discendenze smarrite. In scena: farina, spighe, video in diretta e materiali d’archivio, in una forma ibrida tra teatro documentario e lecture performance. Il racconto si divide in capitoli, tra reale e immaginario, e si interroga sulle disuguaglianze di ieri e di oggi, sulla trasmissione della memoria, sulle migrazioni, sulla rabbia di classe e sull’identità. Nel finale, il corpo prende il posto delle parole e diventa incarnazione del passato. Una riflessione poetica e politica, in cui la vicenda privata si apre al collettivo, e la storia del nonno diventa quella di molti: contadini, migranti, esclusi.
Maria Luisa Usai è performer, autrice e regista di spettacoli multidisciplinari e progetti audiovisivi. Nata su un’isola, ora vive nella periferia di Roma. Dal 2015 lavora con esperimenti relazionali, site specific e creazioni sceniche multidisciplinari. Ha studiato storia dell’arte e approfondito teatro, drammaturgia e performing arts. Nel 2021 è stata finalista al Biennale College Performer e ha vinto il premio Avisa, che ha finanziato il corto Il mondo salvato dalle ragazzine, presentato anche all’Ethnographic Film Festival di Atene. Ha portato i suoi lavori in festival in Italia, Spagna, Francia e Croazia.
Produzione 369gradi