ATTITTU. Qualcuno traduce attittu come ‘singhiozzo’. E sia. Ma questo è un modo alquanto libero di adattare i semantemi. S’attìttu è, prevalentemente, il gesto carezzevole e primitivo d’una madre che stringe al petto il bimbo piangente, al quale porge il capezzolo e canta la ninna-nanna. Da questo gesto materno è sortito il secondo significato di attittu, legato al gesto della madre che stringe al petto il figlio morto, specialmente il figlio assassinato, il figlio morto in guerra, al quale canta la nenia funebre. Da ciò nacque il grande significato di s’attittu, ancora vivo nei villaggi della Sardegna, che indica anche la riunione funebre dell’intera parentela che piange e narra le gesta del morto.
Vogliamo chiudere questa edizione di Pro Sas Animas con un rito laico, senza bandiere né colori, dove chiunque è invitato a passare e lasciare un ricordo, un pensiero, un segno, un fiore. Un’azione umanista e collettiva
Una veglia aperta alla partecipazione di artisti, poeti, scrittori, attori, liberi cittadini e chiunque voglia partecipare con un’azione sociale, artistica e collettiva alla veglia pubblica dedicata a tutte le vittime innocenti di violenza.
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